Di Marco Formaioni.
Pasta o della semplicità
Cos’è la semplicità? Dove si trova? Com’è fatta la semplicità? Esiste la semplicità? Serve la semplicità?
Mi sento un po’ Giovanni Truppi che canta la sua introvabile felicità (e la felicità può e deve essere semplice) o Leonardo Caffo* che sulla semplicità ha filosofeggiato nel suo bellissimo saggio “Quattro capanne o della semplicità”. Le quattro capanne sono quelle di Henry David Thoreau, Theodore “Unabomber” Kaczynski, Le Corbusier e Ludwig Wittgenstein. Quattro personaggi molto diversi tra di loro, ma che in comune hanno una scelta di vita che è un viaggio nella semplicità e Caffo, presentando le loro ardite scelte, ci invita a non nascondere la complessità del presente, mantenendo invariato il livello di guardia sulle storture distruttrici delle nostre esistenze ingabbiate in falsi bisogni e convenzioni sociali.
Mamma mia! Ma tutto questo che c’entra con la cucina? Serve ad introdurre una ricetta che è veramente semplice a prepararsi, ma semplicemente gustosa nel mangiarla.
*filosofo nato nel novembre 1988.
Pasta con pangrattato e capperi
Ingredienti per 2 persone
160 g di pasta
4 cucchiaio di pangrattato
1 cucchiaio di capperi
olio extravergine d’oliva
Preparazione
Mettere un filo d’olio in un padellino e tostare il pangrattato (marroncino scuro).
Tritare i capperi e metterli in un ciottolino.
In una padella (anzi, il solito wok) versate 4 cucchiai d’olio.
Cuocere la pasta e scolarla lasciando un pochino d’acqua di cottura e metterla nel wok.
A questo punto aggiungere i capperi e il pangrattato tostato.
Rigirare e se è troppo asciutto una o due cucchiaiate d’acqua di cottura.
Impattare e buon appetito.
Dimenticavo una variante importante: si possono non mettere i capperi. Più semplice di così…