Venerdì 24 ottobre, ore 17 e 30, alla Biblioteca Comunale di Piombino, situata in via Appiani, il giornalista Stefano Tamburini presenta Parlavamo alla Piombinese edito da Il Foglio Letterario Edizioni, insieme a Gordiano Lupi (autore del libro).
Un libro che è una ricerca storica popolare delle nostre radici, in sintonia con molto di quel lavoro fatto da Lupi e dalla Casa Editrice in tema di recupero della memoria. Ricordiamo alcuni libri dedicati alla città scritti da Lupi: Storia popolare di Piombino, Piombino leggendaria, Amarcord Piombino, Mi rammento Piombino, i romanzi Calcio e acciaio, Miracolo a Piombino,
Sogni e altiforni. In tempo recenti è stata aperta una pagina Facebook che è una sorta di libro fotografico (del tutto gratuito): Biglietti per Piombino, che trovate a questo indirizzo: https://www.facebook.com/profile.php?id=61581419879561.
Le foto sono di Riccardo Marchionni, come in tutti i libri di Lupi, anche in Parlavamo alla piombinese. Vi lascio alla lettura di un breve racconto che parla di alcuni modi di dire, non contenuti nel libro, ma che andranno a comporre un volume di prossima pubblicazione, realizzato con la collaborazione di Giorgio Cortigiani.
Il cacanido è l’uccellino più piccolo del nido, non solo è anche il più magro, quello che nasce malaticcio e di solito non sopravvive, ma in Val di Cornia tale definizione veniva usata anche per indicare le persone piccole e gracili, smunte e sofferenti, insomma non proprio atletiche.
Mia madre diceva cacanidio, ma credo che quella i aggiuntiva fosse un errore, visto che non avrebbe senso, mentre il significato recondito è ben chiaro. Sempre in tema di assonanze tra piccoli animali e persone, si dice ancora: “molle come un pucino”, alcuni aggiungono al sostantivo pucino l’aggettivo bagnato, in ogni caso un piombinese non dirà mai pulcino ma pucino.
La frase sta a indicare una persona bagnata fradicia di pioggia o di sudore. Andiamo avanti con espressioni ancora abbastanza usate come “Eh, l’ha strozzato la balia!”, intrisa di umorismo nero e di ironia maremmana, ogni volta che leggiamo il nome di un quasi centenario nei manifesti mortuari.
“Non trova il basto che gli entra” prende come esempio il giogo da mettere agli animali per fare riferimento a una persona che non gli va bene niente, uno che non trova mai quello che fa per lui.


