Sanità: le strategie per le periferie

Comunicato stampa Gruppo territoriale Val di Cornia.

Domenica 27 ottobre abbiamo letto su un articolo pubblicato dal Tirreno che il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani ha replicato duramente alle dichiarazioni del Ministro della Salute Schillaci, affermando che la sua amministrazione spenda benissimo i fondi ad essa destinati per la Sanità e che il vero problema siano i tagli alla spesa sanitaria effettuati dal Governo Meloni.

Per quanto si possa concordare sul taglio delle risorse destinate alla Sanità da parte dell’attuale Governo,  con il quale si registra l’investimento più basso degli ultimi 17 anni, vorremmo però focalizzare l’attenzione sul concetto espresso dal Presidente Giani  circa il “buon utilizzo” dei fondi ricevuti.

Pochi giorni fa abbiamo già espresso in un comunicato le nostre critiche dell’annunciato nuovo investimento pari a circa 600.000 euro per l’abbattimento delle liste di attesa della diagnostica, azione che non risolve il problema alla radice, mina ulteriormente la sostenibilità economica del sistema sanitario pubblico, indirizzando fondamentalmente guadagni verso il privato attraverso la stipula di convenzioni.

Accanto a questa strategia però, ne sono state attuate altre volte a garantire la continuità assistenziale nei presidi periferici, dove la carenza di personale medico e sanitario in genere è particolarmente grave. 

Dallo scorso anno è  in vigore per esempio un progetto, denominato “Anch’io all’Elba”, che garantisce ai medici di tutta la Toscana che aderiscono ad effettuare turni presso l’ospedale di Portoferraio, un’indennità pari a € 2.000 settimanali più rimborso spese vitto e alloggio per un massimo di n. 5 settimane annue cadauno.

Il progetto è attualmente ancora in essere e riguarda più discipline, dall’ortopedia, la radiologia, la ginecologia…e altri reparti. 

Si deduce facilmente l’ingente quantità di somme di denaro pubblico sborsate in modo sistematico e…a fondo perduto, perché gli effetti positivi decadono alla fine del progetto stesso.

Per rispondere efficacemente alle esigenze di salute dei cittadini ribadiamo che servono strategie durature e strutturali, questi fondi dovrebbero essere meglio investiti in progetti a lungo termine, per esempio attraverso la stipula di contratti stabili ai medici e ai sanitari in genere, con incentivi e facilitazioni, magari sgravi fiscali, per rendere più appetibile la scelta di lavorare in una zona periferica più disagiata.

La nostra conclusione rimane la stessa, manca la volontà politica di una pianificazione delle attività ospedaliere pubbliche, senza ricorrere in modo ormai strutturato a soluzioni molto dispendiose da contemplare al massimo in una situazione di emergenza del momento, lasciando altresì inalterate le problematiche di fondo.