Ripartiamo dai memorandum con Jindal e Metinvest dei quali, come al solito, non è stato reso noto alcunché. Come al solito, appunto, i lavoratori di Piombino niente devono sapere. Devono stare in attesa del solito salvatore della patria, con le solite narrazioni felici che hanno ridotto piombino città delle macerie per la siderurgia, per l’ospedale, per la discarica, per il rigassificatore. Proprio per la siderurgia è stata posta la pietra tombale sullo stabilimento JSW. Infatti, dei tre laminatoi esistenti solo il Tpp ha lavorato, peraltro in modo discontinuo. Tve e Tmp sono diventati solo impianti da rottamare.
Non parliamo, poi, dei forni elettrici, solo promesse da marinai. E allora come fate, ancora una volta, a riproporre un accordo con Jindal, come se niente fosse successo
Quindi, perché perseverate? Attendiamo una risposta, adesso. E non possiamo dimenticarci della Magona che sta vivendo momenti altrettanto drammatici; anzi l’intervento dello stato a Piombino deve fornire una soluzione anche per questo stabilimento. Invece, per il progetto Metinvest dicemmo che l’avremmo giudicato solo e soltanto quando avessimo visto un piano industriale vero e proprio ( mai presentato da Rebrab e Jindal) e una bozza di accordo da far vagliare, prima di qualsiasi firma, a lavoratori e cittadini.
Adesso, con la cessione delle aree a Metinvest senza piano industriale né accordo di programma, vi siete messi nella condizione di aver consegnato le chiavi di casa prima di aver stipulato qualsiasi contratto. E JINDAL CI GUADAGNA PURE! Eppure le concessioni a Jindal erano tornate per intero nella disponibilità dello stato. Così facendo saranno, di nuovo, le multinazionali a dettare condizioni e contenuti dei nuovi accordi di programma. Invece, le aziende devono rispettare l’art. 41 della Costituzione antifascista e produrre utilità sociale.
Ed è altrettanto certo che i lavoratori diventeranno ancora carne da macello per gli interessi delle grandi imprese: invece, vogliamo tornare a produrre acciaio per le ferrovie e non per l’industria delle armi e della guerra. Vi domandiamo, come farete ad evitare che paghino sempre i soliti? Proviamo ad aiutarvi nella risposta: bisogna cacciare Jindal; al posto di JSW, lo Stato si riprenda le acciaierie per intero, attivando la Cig (integrata), che è comunque a carico dello Stato, anche per PioLog e Gsi e si confronti così con Metinvest-Danieli; un ruolo dello stato che permetta di introdurre nell’accordo di programma penali e vincoli ferrei per evitare altre scandalose inadempienze.
E lo Stato favorisca la costruzione di una società di scopo, interamente pubblica come a Cornegliano, capace di assicurare un futuro occupazionale a tutti i lavoratori. Ma anche cig integrata concessa fin da subito per tutto il tempo necessario alla partenza del progetto, senza il rinnovo capestro anno per anno.
Perché non ritenete opportuno nemmeno misurarsi con l’idea dell’ingresso dello stato? Eppure a Taranto è quello che si sta prospettando con il sostegno dei sindacati e di molti esponenti politici. Perché ciò che è possibile per Taranto, e che si fa in altri paesi europei (ad. esempio la Francia), diventa tabù per Piombino?
la rinascita delle acciaierie avverrà solo se vi sarà un intervento STATALE attivo che sicuramente, negli accordi di programma, stanzierà cospicue risorse pubbliche per sostenere gli investimenti.
Ed allora lo stato non deve continuare a fare da bancomat delle multinazionali.. vi chiediamo di rispondere adesso.
Perché i sindacati di piombino non ne fanno una richiesta prioritaria, come appunto a Taranto, e continuano ad accettare a capo chino, senza lotte adeguate, tutto ciò che viene imposto ai lavoratori e alla città?
Quando vi sarà, se vi sarà, il piano industriale e l’accordo di programma, chiediamo che prima di qualsiasi approvazione venga sottoposto al vaglio di tecnici indipendenti e centri universitari. Dopodiché dovranno essere sottoposti alla discussione di lavoratori e cittadini. Tutto dovrà avvenire in vari confronti pubblici con il tempo necessario per capire e esprimersi a ragion veduta. Domandiamo di nuovo: il Sindaco e questo consiglio sono disponibili a prendere questo impegno?
Vi chiediamo di rispondere adesso. Iil confronto dovrà avvenire, anche di fronte a critiche e osservazioni contrarie, in modo sereno e democratico senza ricorrere a denunce e esposti legali come succede a Nogaro.
Siete d’accordo su tutto questo? Governo, Comune, Regione questa è l’ultima possibilità che avete per dimostrare che volete davvero difendere gli interessi della comunità e dei suoi lavoratori, e non quelli dei grandi potentati economici e di tanta politica che è al loro servizio. La storia del nostro territorio vi giudicherà e se farete come nel passato nessuno potrà essere assolto.
Coordinamento Art.1-Camping CIG