Comunicato congiunto dei gruppi Partito Democratico e Gianni Anselmi
“Dopo una campagna elettorale durissima e pesante soprattutto nei nostri confronti, e dopo un risultato elettorale che nei numeri deivoti complessivi espressi vede una città divisa e un sostanziale equilibrio tra maggioranza e minoranza, il sindaco Ferrari che dice di voler dialogare con le opposizioni e di voler essere il sindaco di tutti, alla prima occasione utile si smentisce subito”.
Commentano così l’elezione del Presidente del Consiglio comunale di Piombino, avvenuta questa mattina, i gruppi consiliari PD e Gianni Anselmi sindaco.
“Per dare il senso di un cambio di clima politico e per riconoscereeffettivamente un ruolo attivo e di collaborazione istituzionale delle minoranze, avevamo chiesto un segnale diverso che per noi significava eleggere Presidente del Consiglio un consigliere di minoranza, proponendo tra l’altro che non fosse espressione deinostri gruppi politici” proseguono. “Si è preferito andare avanti sullo schema classico Presidente alla maggioranza e vicepresidente alla minoranza, peraltro con il tentativo bizzarro da parte della maggioranza di scegliere anche chi della minoranza dovesse ricoprire il ruolo, che non abbiamo accettato, perché non siamo interessati a ruoli e incarichi simbolici. Tra l’altro,constatiamo che ci sono volute ben 4 votazioni perché la maggioranza avesse i numeri per eleggere il Presidente, che alla fine ha ottenuto solo 12 voti favorevoli dai consiglieri di maggioranza, con assenze importanti, come quella del Presidente del Consiglio comunale uscente Massimo Giannellini, che è stato impossibile non notare.”
I due gruppi si sono comunque astenuti in tutte e tre le votazionidella mattina, per dare un segnale di rispetto della carica istituzionale che per la sua natura deve svolgere un ruolo di garanzia e di rappresentanza dell’intero Consiglio, come ricordato da Gianni Anselmi nel suo intervento.
Anselmi ha dedicato una parte del suo intervento anche al ricordo della strage di via D’Amelio con l’uccisione del giudice Paolo Borsellino e degli agenti della sua scorta, di cui oggi ricorrono i 32 anni. “Mi sembra giusto e doveroso ricordarlo proprio in quest’aula che, a suo tempo, abbiamo intitolato ai due giudici simbolo della lotta alla mafia del nostro paese Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ed essere qui oggi ha per noi un forte valore simbolico che viviamo con grande orgoglio e profondo senso delle istituzioni.”