RiMateria: “gli atti parlano chiaro”

Affrontare temi ambientali solo se tirati per la giacchetta e davanti ai fatti, tutti chiaramente riconducibili a decisioni pubbliche, fa agitare  impropriamente ed inelegantemente. Ne è un esempio quanto accaduto al confronto tra i candidati sindaci di giovedì sera al Centro giovani dove il candidato sindaco Gianni Anselmi ha offeso l’attuale sindaco Francesco Ferrari che stava spiegando, con dati oggettivi, la situazione della discarica.

Anselmi e i suoi dicono di voler guardare al futuro ma, loro malgrado, il futuro di Piombino deve fare i conti con il passato. Con quale coraggio si può guardare al futuro senza fare i conti con i disastri che le varie amministrazioni precedenti a guida PD hanno causato alla città? Per capire l’origine dei problemi che hanno afflitto il territorio per decenni, gli stessi che negli ultimi cinque anni l’amministrazione Ferrari ha dovuto continuare ad affrontare, è necessario avere un quadro complessivo della situazione e impedire a chiunque di prendere in giro i cittadini. 

È storia ormai nota che la società RiMateria sia nata sulle macerie di Asiu nel momento in cui sono state vendute le quote ai soggetti privati così da poter contribuire a ripianare l’enorme buco che nel 2015 “si aggirava, grosso modo, intorno a 50 milioni di euro”, secondo le parole a suo tempo espresse dallo stesso presidente di RiMateria Valerio Caramassi. 

La stessa vendita delle quote societarie non è servita a ripianare i debiti e, anzi, ha aperto le porte alla speculazione sul conferimento dei rifiuti a Ischia di Crociano. Non entriamo nel merito di queste vicende, ci sono già diversi procedimenti giudiziari che ne chiariranno le responsabilità. Ciò che è dato di fatto però è che la discarica è stata riempita esclusivamente con rifiuti provenienti da fuori allo scopo di consentire ai soggetti privati di far cassa nel lucroso mercato dei rifiuti, anche a danno della società RiMateria stessa, e niente ha mai avuto a che fare con la tanto evocata economia circolare o con la bonifica della LI53 o della 36 ettari. Né tantomeno con la bonifica di un altro qualsivoglia sito che da vent’anni attende interventi, leggasi, ad esempio, Città futura. RiMateria è fallita perché i soci privati avevano davanti un quadro in cui le prospettive economiche dei lauti profitti realizzati erano venute meno. Appare evidente, quindi, che la favola del fallimento di RiMateria a causa delle scelte del Comune è esattamente questo, una favola. Certo, se l’amministrazione Ferrari, rinnegando i suoi impegni con la città, avesse ceduto ed espresso parere favorevole al progetto di raddoppio dei volumi è molto probabile che i progetti di guadagno dei soggetti privati sarebbero rimasti una prospettiva concreta, con buona pace della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. L’Amministrazione Ferrari, invece, si è schierata dalla parte del rispetto della legge, della tutela della città e ha messo in campo ogni azione possibile per domani  una società privata tanto quanto lo era RiMateria. Se il pubblico ha solo il 27% delle quote, come le aveva Asiu in liquidazione, come è pensabile che si possa imporre nelle scelte aziendali? Ve lo diciamo noi, non può. Ciò detto, a proposito di controllo pubblico, la Regione, quando RiMateria ha portato i libri in tribunale, poteva subentrare nella gestione dell’impianto con i poteri sostitutivi mettendo la parola fine al capitolo discarica. Avrebbe potuto utilizzare i proventi del cono rovescio e le fideiussioni per chiuderla e provvedere al post mortem. Invece, ha scelto la procedura fallimentare ed ecco qui Rinascenza Toscana. Appare evidente da questa cronistoria degli eventi di chi sia la responsabilità di quell’ecomostro nato a due passi dalle case e quanto sia falso affermare che la situazione sia la medesima di cinque anni fa: quella montagna di rifiuti alta 36 metri oggi ha le opere di messa in sicurezza in via di ultimazione, tant’è che le maleodoranze sono diminuite, e negli ultimi cinque anni non un metro cubo di rifiuti è stato autorizzato. Se il nulla che è stato fatto nei quindici anni precedenti all’amministrazione Ferrari è la loro idea di sensibilità ambientalista è chiaro cosa si deve aspettare Piombino in caso di una nuova amministrazione Anselmi. Noi abbiamo davvero dato avvio alle bonifiche, quelle di competenza comunale, quelle per le quali c’erano già le risorse a disposizione, quelle che attendono da vent’anni.