Commento all’evento “Torniamo al futuro – Gianni Anselmi”


Dopo aver criticato il candidato Anselmi della coalizione di centro-sinistra per la sua roboante assenza al confronto con gli altri candidati, abbiamo finalmente avuto la possibilità di sentire la sua diretta voce in merito alla sua ricandidatura. L’occasione è quella di un mega evento pubblico al teatro Metropolitan al quale non è certo mancata partecipazione sia popolare che politica.

L’evento si è aperto, infatti, con il Sindaco Nardella e con i saluti da parte della “sua” Firenze e al Presidente della Regione Giani. Lo stesso Giani Commissario Straordinario per la realizzazione del rigassificatore tanto amato dai nostri concittadini da presentarsi nell’ormai celebre Consiglio Comunale scortato da innumerevoli camionette delle forze dell’ordine.

Forse, si sarebbe potuto evitare di citarlo se non per tematiche legate al governo del territorio, come forse si sarebbe potuto evitare di parlare di una grande famiglia, vista la percezione non poco diffusa di un “colonialismo” di fatto, anche alla luce degli ultimi eventi.

La nostra Toscana è certamente un interlocutore con cui confrontarsi, ma anche un coacervo di interessi e di campanilismi che tende ad accentrare molto le risorse e a dimenticare i territori più remoti. L’aver perso Piombino alle ultime elezioni dovrebbe essere la spia di un sentimento di abbandono che spinge gli elettori a votare altrove o a rimanersene direttamente a casa. Per questo motivo ci aspettavamo, più che slogan sulla pace, un discorso sentito che ci rendesse davvero partecipi di un “ente superiore” che deve garantire tutti i suoi cittadini in egual maniera.

Le successive parole di Anselmi nulla hanno aggiunto in merito e difficile aspettarsi diversamente dato che, lo ricordiamo ancora una volta, ricopre tuttora il ruolo di Consigliere Regionale della maggioranza PD che questo modo di amministrare continua a perpetrarlo.

Rilevanti in tal merito sono le parole sul nostro ospedale di Villamarina, con le quali si rivendica sostanzialmente la scelta di accorpare il punto nascita con quello dell’ospedale di Cecina (o alternarlo). Piuttosto che l’ammissione di un errore, un tentativo di convincere tutti che quella era una scelta positiva. Successivamente l’ammissione della difficoltà di trovare medici per gli ospedali di provincia. Parole che sanno già di resa alla tendenza di creare enormi strutture nei capoluoghi per chiudere gli altri.

Egregio Gianni, la sanità è di competenza degli organi Regionali di cui lei fa ancora parte. Le risposte a questi problemi dovevate darle voi in questi 4 anni. Nella Costituzione che usa citare, all’art. 32 vi è un inno alla tutela della salute per tutti. Se si è costretti a nascere a più di 50 km dalla propria città o si ha un ospedale a mezzo, significa che l’unica tutela che si fa è quella delle casse Regionali. La Pira (altra citazione) quella costituzione l’ha scritta e ideata e per i diritti di tutti si è battuto fino all’ultimo. Ci chiediamo cosa penserebbe delle modalità con cui ahinoi viene gestita la sanità dalle Regioni.

Altro tema ricorrente del comizio è il richiamo all’identità di sinistra portatrice di valori quali, diritti, uguaglianza e la conseguente demonizzazione dell’avversario. Per quanto “l’altra parte” sia lontana dagli ideali del Collettivo, credevamo fosse chiaro che per batterla questo tema non è più sufficiente. Il richiamo al passato è d’obbligo per ricordare che proprio il tema dell’identità non è bastato neanche alle ultime elezioni.

Le persone con problemi reali non votano più per identità da almeno un trentennio. Per battere una destra locale coesa servono idee e risposte ai problemi di tutti i giorni più che slogan e retorica.
Nel nostro scenario, fatto di difficoltà sociali ed economiche, la scelta di mettere in scena una vera e propria “kermesse” priva di dibattito e contraddittorio, in pieno stile “oltreoceano”, prediligendo il teatro alla piazza, poco si confà alla volontà di riabbracciare quei cittadini sempre più distanti dalla politica.
“La storia siamo noi” risuonava all’inizio dello show rivendicando un passato che vi ha visto spesso vincenti. Ma attenzione, perché con poche idee, mera ideologia, zero rinnovamento e logiche di partito, non vorremmo che la “storia” diventi presto “passato”.
Collettivo Popolare Piombinese