“La morte non può essere una scappatoia”: il Conte racconta la sua esperienza

Ho ricevuto personalmente questo racconto davvero sentito ed ho voluto pubblicarlo visto i recenti fatti di cronaca.
Una storia reale, vissuta, ed oggi con coraggio e forza il Conte si racconta.

LA MORTE NON NON PUÒ ESSERE UNA SCAPPATOIA

È nuovamente cronaca di questi giorni, il suicidio di un bambino, un ragazzo di 15 anni, che perde la vita a causa del bullismo.

Più volte mi sono ritrovato a raccontare la mia esperienza di vita, ad amministratori locali.

Amministratori Ipocriti, nel concreto indifferenti alla realtà dei fatti, ma molto attenti a strumentalizzare certi temi, per mera pubblicità e propaganda politica!

Ho raccontato loro le mie esperienze, a sostegno e per motivare, proposte contro il bullismo, la discriminazione e l’omofobia.

Uccide la solitudine e l’indifferenza!
Uccide l’ipocrisia e la strumentalizzazione, che spegne i riflettori, una volta avuto il plauso , lasciando ancora più soli, chi soffre davvero!

Si muore in solitudine, mentre tra la folla , nei gruppi e nelle compagnie sopravvive e si accresce la rabbia, l’invidia , la frustrazione, l’indifferenza e l’ipocrisia!

Il più delle volte non muore la persona, muore la personalità, l’autostima, il diritto alla serenità e la felicità, lasciando sopravvivere individui infelici , insicuri e fragili, che a loro volta aggrediranno per rabbia ed invidia, altri individui..
Si innesca un malato meccanismo di riscatto, dovuto ad esempi malati e ipocriti, che spesso vengono applauditi e sostenuti!

Ho perso un compagno all’ età di 15 anni, eravamo poco più che bambini!
Mentre NOI non capivamo, chi capiva era indifferente!

La Causa? …il BULLISMO.
La ” colpa”? …. essere DIVERSI in una società dove bisogna essere NORMALI, omologati e uniformati.

Noi non giocavamo a calcio, eravamo integrati perlopiù in gruppi femminili, mai volgari, solitamente gentili, educati e delicati nei modi, attenti alle piccole cose e sensibili all’ ambiente circostante, che scrutavamo con i Nostri grandi occhi e che affrontavamo con i nostri cuori puri !

Questo atteggiamento DIVERSO, era una condanna sociale all’interno dell’ istituto scolastico!
La scuola diventava un’ arena , dove l’agnello era visto spesso sbranato dai “leoni”, davanti a spettatori!

Le corse e le fughe all’uscita di scuola, le risatine nei corridoi, le scritte sui muri, i bigliettini, gli spintoni, gli appellativi e i nomignoli ….. L’arena dava il suo spettacolo e aveva i suoi spettatori!

Dirigenti, insegnanti, studenti e genitori…. TUTTI vedevano e sapevano!

Ma le tragedie si consumavano in solitudine, nelle camerette, nel proprio nido, dove erano nascosti i “simboli della vergogna”, quelli stigmatizzati da altri.
Una bambola, un ricamo iniziato, un diario, un indumento indossato solo davanti ad uno specchio e solo quando si era sicuri non ci fosse nessuno a guardarci.

Le camerette, dove si piange in solitudine, bagnate da lacrime piene di perché.
Lacrime che sanno di incomprensione.

Non conoscevamo neppure il significato del nomignolo e dell’epiteto, che si trasformava in etichetta, ” appiccicata” addosso da altri.

“Perché? Cosa vuol dire ? Che ho fatto di male? “

E dopo le domande, miste a lacrime, c’era chi forzava la propria indole , denaturava le proprie inclinazioni, metteva una maschera per porre limite alle sofferenze quotidiane !

La maschera portava a frustrazione e rabbia….la rabbia si trasformava in cattiveria, che colpiva chi continuava ad essere se stesso !

I bulli nascono dal Bullismo!

Il bullismo è foraggiato dall’ indifferenza!

L’indifferenza porta a morte, a volte fisica e a volte della personalità!

Chi riesce a mantenere la propria personalità diventa un soggetto forte e sicuro di sé stesso!
Ma sempre sotto attacco dei bulli ( soggetti frustrati e rabbiosi).

Chi rinnegare le proprie inclinazione diventa un soggetto fragile e insicuro! ….Molto spesso diventa un bullo adulto!

Chi è già fragile e insicuro….muore! Spesso muore nella solitudine di quelle camerette utilizzate da palcoscenico immaginario di una vita mai vissuta nella realtà.

Ho perso un compagno a 15 anni, da quel giorno mi sono ripromesso di non essere più INDIFFERENTE e di non porre mai limiti alla mia personalità.
Di rendere la mia personalità, esempio e stimolo reazionario alla banalità e omologazione, in contrapposizione a vite impersonali e frustrate, che esternano rabbia ed invidia verso chi mantiene le proprie poliedriche, dinamiche, colorate e brillanti inclinazioni personali facendosene vanto e baluardo di serenità!

La morte non può essere una scappatoia e l’ipocrisia e l’indifferenza non devono essere tollerate, ma stigmatizzate al pari del bullismo!

Non cambierò per gli altri, ma sarò esempio di cambiamento per gli altri!

Conte della Daunia
Don Carlo Mammarella