“C’è un modo ed un tempo per tutto” apre così la sindaca di Campiglia Marittima Alberta Ticciati
rispetto alla lettera a firma del sindacato Csa Ral apparsa sulla stampa.
Afferma Ticciati: “In un momento così drammatico per la nostra comunità, trovo inaccettabile e
incredibile l’intervento del sindacato Csa Ral apparso questa sul Tirreno.
Uno schiaffo in faccia ai tanti dipendenti comunali degli altri settori ed al personale di Pm che senza sosta,
encomiabilmente, ha lavorato dalla serata di giovedì. Un oltraggio alle associazioni di volontariato
che ci hanno coadiuvato senza sosta.
Un’offesa ai tanti concittadini e concittadine che, con una solidarietà immensa, hanno aiutato chi ha avuto danni più gravi. Un atteggiamento egoistico e
autoreferenziale in sprezzo alle tante famiglie che da giorni spalano fango e buttano via pezzi della
loro vita perché alluvionati”.
“Non è questo il modo di sostenere i lavoratori, di rivendicarne le ragioni: così si scava un solco
ancora più profondo nella nostra società tra chi si vuole iper tutelare e chi, invece, si sente
abbandonato a se stesso”.
E prosegue: “Una ricostruzione, peraltro, totalmente falsa e fuorviante: i locali in dotazione alla municipale sono più che adeguati, visto che hanno retto egregiamente alle enormi sollecitazioni dell’emergenza”.
“Nessun diritto dei lavoratori è stato violato: lo stesso art. 5, comma 4, del D.Lgs. 66/2003, ma lo
ammette il ricorso allo straordinario, anche senza il consenso del lavoratore, in relazione casi di
forza maggiore o casi in cui la mancata esecuzione di prestazioni di lavoro straordinario possa dare
luogo a un pericolo grave e immediato ovvero a un danno alle persone o alla produzione, nel cui
novero rientra quello chiesto alla polizia municipale nel caso di specie, per l’ovvia ragione che la
nostra comunità si trovava di fronte ad una situazione di emergenza, con numerose strade
interdette”.
La sindaca assicura: “Sarà pertanto cura di questa Amministrazione assicurarsi che il personale
della PM coinvolto non superi in media, i limiti posti dalla legge e dalla contrattazione collettiva.
Niente, invece, potrà cancellare l’amarezza di una simile uscita”.

