LIVORNO – Sono intensificati i servizi svolti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno a tutela delle cd. “fasce deboli” della popolazione.
Dette attività sono articolate attraverso la costante azione su tutto il territorio della provincia labronica tramite l’intervento capillare dei dipendenti Comandi Stazione Carabinieri che svolgono costanti approfondimenti e verifiche sull’ottemperanza ai provvedimenti di natura cautelare emessi a carico di persone indagate, fra gli altri, anche per le
diverse fattispecie di reato contro la persona.
In tale cornice operativa – nell’ambito del potenziamento delle attività di controllo del territorio, di prevenzione e repressione di ogni forma di illegalità diffusa e con particolare attenzione alle fasce di territorio in cui sono stati registrati un maggior numero di “episodi spia” in ordine a presenze di interesse operativo in linea con le direttive stabilite e condivise in sede di Comitato Provinciale presso la Prefettura di Livorno – i Carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Livorno, nelcorso di un servizio esterno perlustrativo, hanno rintracciato e tratto in arresto un uomo sullasessantina originario del nord Europa, che è risultato gravato da provvedimento di restrizione in carcere emesso dal Tribunale di Livorno.
In particolare alla base della misura restrittiva, a carico dell’indagato, vi sarebbe un solido impianto indiziario in materia di reati contro la persona e porto abusivo di arma impropria, riferito anche a condotte di lesioni. Le indagini dell’Arma, culminate con il recente arresto, hanno ricostruito ed evidenziato una serie di dinamiche di fatti accaduti nel tempo, tempestivamente comunicati dai Carabinieri all’AG competente che, considerata la gravità delle condotte rilevate ha reso necessaria, a carico del sospettato autore, l’emissione di adeguato provvedimento cautelare che ne impedisca la reiterazione.
L’uomo sarebbe ritenuto responsabile, fra l’altro, della commissione di reati contro la persona quali minaccia, percosse e atti persecutori, per un cumulo complessivo di reclusione in carcere da scontare pari ad anni 2 e mesi 6.
Al termine degli adempimenti di rito svolti presso gli uffici dell’Arma di Livorno, è stato accompagnato presso il carcere delle Sughere di Livorno. Nel rispetto dei diritti delle persone indagate, sono da ritenersi presunte innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – sino ad un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.

