Crisi polo industriale piombinese: tutto fermo

COMUNICATO STAMPA

PIOMBINO – Per la crisi del polo industriale Piombinese tutto è fermo! Magona: dovrebbe esserci a breve un incontro tra Ministero, Sindacati e Trasteel. JSW: aspettano il 27 Ottobre per un incontro e una prima bozza dell’Accordo di Programma! Basta essere presi in giro. JSW va mandato via! Per quanto riguarda Metinvest l’impressione che si vuole dare è che il progetto sta marciando, inizieranno forse a Novembre i colloqui per una eventuale assunzione degli esuberi di JSW. Ricordiamo comunque che i colloqui erano stati precedentemente previsti dal 1 Ottobre.

La prospettiva di essere assunti è ancora molto lontana e per noi totalmente incerta! Abbiamo evidenziato nei nostri precedenti articoli una serie di fatti negativi e molti dubbi sulla fattibilità dell’intero progetto! Alle domande che ponevamo nessuno ha risposto. Oggi vogliamo sottolineare un altro aspetto negativo dell’Accordo di Programma(AdP) l’assenza di gravi penali per la multinazionale che non adempie alla azioni promesse per realizzare l’AdP ed il Progetto Industriale! Viste le esperienze disastrose vissute ci aspettavamo che nell’AdP con Metinvest tale aspetto fosse ben presente. Invece vi ritroviamo solo la massima libertà di azione per la multinazionale (persino per le fideiussioni quasi irrisorie) ed ingenti finanziamenti elargiti direttamente ed indirettamente dallo Stato. Quali controlli sono previsti?

Dovrebbe essere stato nominato il Comitato esecutivo formato da un rappresentate di tutti i firmatari dell’Accordo (Metinvest, Comune, Provincia, ecc.) ma purtroppo non dei Sindacati. Nell’Accordo doveva invece essere prevista la presenza dei Sindacati all’interno del Comitato esecutivo!

Del resto l’Accordo Quadro parte integrante dell’AdP è firmato proprio dai Sindacati. Il Comitato esecutivo presieduto dal MIMIT controlla almeno ogni 6 mesi (Art.11) l’attuazione del cronoprogramma per la realizzazione del Progetto ed il rispetto dell’AdP. Non sorprende che non venga specificato come il Comitato prenda le sue decisioni a maggioranza o all’unanimità? Tutto all’interno dell’accordo è indeterminato e aperto a varie soluzioni. Nel caso di gravi inadempienze il Comitato trascorso un periodo assegnato per la sanatoria e visto il loro persistere ha il diritto di dichiarare che l’Accordo non è più valido. Diritto ma non obbligo?

Leggendo l’Articolo 12, “Disposizioni finali”, (punto 8 e 9) sembra di percepire ancora una volta due pesi e due misure. La parte pubblica di fronte ad una inadempienza rilevata dal Comitato esecutivo ha diritto ad un solo periodo di proroga per sanare tale inadempienza, prima di arrivare alla risoluzione “con efficacia immediata” dell’Accordo. Nel caso invece di una inadempienza privata il Pubblico, prima di arrivare alla rivoluzione del contratto, deve concedere un ulteriore proroga alla parte privata: quindi una proroga sola per la parte pubblica, due per la parte privata.

Chiediamo, è davvero così? Inoltre, sempre il punto 9 dice che anche in quel caso le parti pubbliche ”possono” procedere alla risoluzione: possono, non devono. Questo può lasciare spazio ad accettare tutte le inadempienze come successo con Rebrab (AdP 2015) e Jindal (AdP 2018) e persino per gli impegni a cui doveva assolvere la parte pubblica. Sarebbe invece stato indispensabile stabilire vincoli e penali economiche per ogni inadempienza almeno per la Parte Privata. In modo altrettanto scaglionato, in base agli impegni assolti, dovevano arrivare i finanziamenti e le concessioni demaniali. Inoltre la Parte Privata può abbandonare in ogni momento il progetto senza pagare pegno! L’elenco dei motivi per cui Metinvest Adria può abbandonare Piombino è vastissimo.

Addirittura nell’Art. 12, “Disposizioni finali”, al comma 10 troviamo oltretutto che la parte privata può recedere dall’accordo in qualsiasi momento senza pagare penali per “impossibilità sopravvenute” (stabilite solo dal privato) e quindi a sua completa discrezione anche al di la degli inadempimenti relativi al solo progetto. Comunque l’AdP può essere modificato come scritto nell’Art.12 al comma 5 e come lavoratori pensiamo che una prima importante modifica sia quella di introdurre nell’Accordo Quadro allegato all’AdP le uscite volontarie incentivate ed i prepensionamenti per i molti che non troveranno occupazione nelle nuove acciaierie elettriche, se mai verranno fatte!

Infine la parti Pubbliche avranno il coraggio anche solo di minacciare l’utilizzo delle clausole rescissorie per garantire la realizzazione del Progetto o subiranno i ricatti della multinazionale dato che se non ritengono possibile l’alternativa costituita dell’intervento diretto dello Stato? Infine ribadiamo senza penali economiche per la parte privata inadempiente siamo nuovamente succubi della multinazionale di turno.
A Piombino si deve tornare a produrre acciaio ma non per le armi.

Coordinamento Art.1-Camping CIG