Appello NoRearm Europe

L’attacco degli USA all’Iran è un’azione illegale e estremamente pericolosa, che aggrava la situazione di instabilità ed insicurezza in Medio Oriente. 

È palese il legame tra l’iniziativa militare statunitense e l’attacco, a sua volta illegale, portato nei giorni scorsi da Israele, sulla base di prove inconsistenti della capacità dell’Iran di costruire a breve un’arma nucleare. Accuse smentite dallo stesso direttore della AIEA, agenzia delle Nazioni Unite responsabile dei controlli sul programma nucleare iraniano. 

Ancora più grave è che il governo israeliano sia stato incoraggiato a perseguire una politica violenta ed aggressiva prima contro i civili di Gaza, poi contro l’Iran, dalla complice ignavia  dei governi degli Stati Uniti e dei paesi europei. 

Con l’attacco all’Iran il governo israeliano ottiene, tra l’altro, il risultato di nascondere all’opinione pubblica il genocidio del popolo palestinese a Gaza, che in questi giorni di guerra continua con mezzi ancora più duri e violenti. 

Al di là dei fatti contingenti, gli eventi di questi ultimi anni hanno portato il mondo in direzione opposta rispetto a quella  auspicabile. 

Invece di rafforzare il ruolo dell’ONU e del diritto internazionale si è affermata l’idea di una politica di potenza in cui le proprie ragioni si impongono con la forza militare. 

l’ONU è stato totalmente delegittimata e ridotta ad un ruolo di mera testimonianza. 

Le guerre in Ucraina e in Medio Oriente hanno, di fatto, impedito qualunque progresso nella discussione sui grandi problemi globali, dai cambiamenti climatici alla distribuzione della ricchezza, alla tutela dei beni comuni essenziali. 

L’Europa, spiazzata dal disimpegno statunitense, si è chiusa nell’idea che una guerra con la Russia sia inevitabile. Una profezia che rischia di autoavverarsi, in quanto l’unica risposta è stata un piano di riarmo, velleitario e destinato ad aumentare ed aggravare la tensione. 

Trascinata da questa logica claustrofobica l’Europa ha rinunciato a qualunque critica sulle politiche di sicurezza adottate in passato ed è addirittura arrivata a pensare al riarmo come una possibile via di rilancio dell’industria Europea, senza alcuna riflessione etica e morale sulla finalità delle nostre politiche di sviluppo. 

Quanto al governo italiano, la sua politica ha oscillato tra il sostegno al riarmo europeo e la ricerca della benevolenza del presidente degli Stati Uniti. 

Oggi l’Italia è ininfluente, priva di una posizione che la caratterizzi sulla guerra in Ucraina, su Gaza sull’attacco all’Iran. 

Quanto alla posizione della sinistra e dei progressisti italiani, riteniamo che debba superare ambiguità.e incertezze fin troppo evidenti.  

Ci sembra fondamentale elaborare una posizione comune della sinistra, che contenga, almeno, le seguenti richieste: 

Un immediato cessate il fuoco da parte di tutte le parti in causa nella guerra in Iran; 

La cessazione di ogni violenza contro i civili della Striscia di Gaza e il ripristino della fornitura degli aiuti umanitari; 

L’immediata convocazione, sotto l’egida dell’ONU, di una conferenza internazionale di pace per il conflitto in Iran che possa essere replicata per le altre, innumerevoli, situazioni di guerra, spesso poco note o dimenticate; 

La netta contrarietà alle politiche di riarmo europeo in qualunque forma; 

La promozione di politiche di disarmo, sia per le armi nucleari che per quelle convenzionali;

Un nuovo ruolo dell’Europa come attore di diplomazia e di pace diametralmente opposto a quello attualmente prevalente. 

In questa fase, chiunque abbia a cuore la pace e la sicurezza deve mettere al primo posto la difesa del diritto internazionale, il rifiuto dell’uso della forza come strumento di risoluzione dei conflitti, il ritorno ad un sistema di norme e regole condivise. 

Il ritorno a relazioni internazionali basate sulla forza e sulla potenza militare non potrà che favorire e giustificare quegli stati che intenderanno far valere le proprie ragioni a scapito di quelle dei più deboli e di più indifesi. 

Il mondo è forse ancora in tempo a cambiare strada, prima di scivolare all’indietro nel tempo del buio e della barbarie. 

I Promotori dell’Appello NoRearm Europe