Rigassificatore: bocciatura del consiglio regionale ligure

La bocciatura dei giorni scorsi da parte del Consiglio Regionale è l’ennesima conferma di quanto la guerra sia più che mai aperta (da qui la metafora) e di quanto illusorio fosse il proclamo di dipartita dopo i 3 anni sanciti dalla sentenza del T.A.R..

Credevamo non ci fosse più bisogno di spiegare che qualora la nave Italis LNG allo scadere dei 3 anni non trovi altro attracco pronto, questa rimarrà serenamente dov’è, né di dover spiegare, a chi conosce meglio di noi la materia, che la sentenza del T.A.R. è una fotografia del quadro normativo al momento della sua emissione che di conseguenza non garantisce da proroghe, soprattutto in presenza di emergenze vere o presunte. Invece, a quanto pare, è necessario insistere su tali punti alla luce dei comunicati emanati da FDI e PD locali che riprovevolmente giocano alla ricerca di gloria “duellando” sulle mozioni.

Altra nota dolente dei comunicati è il continuo rimando alla loro “patente di contrarietà al rigassificatore”, nonostante parere diverso dei loro vertici di partito e alleanze strampalate condotte fino alle elezioni di sei mesi fa.

E mentre si continua a perder tempo, si sprecano occasioni fondamentali per quantomeno tentare di risolvere il problema. Vista l’”innocenza” dichiarata proviamo noi a suggerire quale sarebbe l’uscita da questa impasse: passare attraverso i parlamentari eletti nei nostri collegi, che in teoria dovrebbero essere espressione delle nostre volontà, per elevare il dibattito a livello delle segreterie nazionali, perché solo governo o parlamento possono sancire la partenza della nave per una nuova collocazione.

Ma il disinteresse odierno significa un’unica cosa; tolta l’ipocrisia e la maschera delle altre priorità, non c’è contrarietà delle Segreterie nazionali alla collocazione attuale, né la voglia di ridiscutere la nostra collocazione geopolitica e la conseguente politica energetica.

Inoltre, come avevamo già ammonito la posizione di Ferrari non consente una serena lotta, a meno di non sacrificare le sue personali ambizioni al parlamento.

Ben vengano le azioni di chi, di fronte a questa ignavia le sta provando tutte.

Concludiamo raccontando che nei giorni scorsi, dopo un nostro commento che metteva in luce parte delle incongruenze della posizione dei Democratici, è stato scelto di far sparire completamente il post. Nonostante non sia un nostro problema, non ci pare che tale atteggiamento sia granché “democratico”. Quantomeno dopo questo ci piacerebbe non sentire più la solfa dello spauracchio illiberale.

Collettivo Popolare Piombinese