Elio Fiore, in arte Pirzio, amava Baratti e frequentava Populonia, era un artista fiorentino, nato dopo la Grande Guerra, dedito alla pittura e alla scultura, prima nella sua Firenze, poi in Versilia, per finire nelle campagne piombinesi, dove amava vivere tra Baratti e Populonia.
Adesso che Pirzio non c’è più, resta la sua pittura nei musei, restano le sculture nei luoghi frequentati, immagini che abbiamo sempre visto salendo per le curve tortuose della meravigliosa Populonia.
Una sua opera, realizzata solo per la gioia del passante, per arte pura e non certo per denaro, la chiamano scultura dell’indiano ma il nome vero è Gli uomini di sempre, un volto che scaturisce dalla roccia di Populonia, sporge dal calcare del terreno, un volto che scruta ogni nostra faticosa arrampicata.
Pare che le piogge abbiano distrutto parte della massicciata, proprio vicina alla scultura, sembra che l’indiano sia in pericolo, ricordo d’un artista che aveva scelto Piombino come terra per vivere e creare. Il nostro territorio così bello e martoriato, troppo spesso lasciato alla deriva, che un artista fiorentino – scalpello in mano e tanta fantasia – sapeva amare e valorizzare, penetrando nella meraviglia, nel fascino di luoghi consueti, dove distrattamente noi viviamo.
Pare che Pirzio vide un uomo di passaggio, gli disse fermo un attimo, subito catturò la sua magia, bastarono pochi colpi di scalpello; lui era un artista amico di Picasso, un tipo geniale, un po’ bislacco, che amava il mare, il vino, il tabacco del suo sigaro.
Pirzio e il suo amore per Baratti, che lo portò a creare una mostra permanente a Populonia, a seminare tracce d’artista per tutta la salita.
Il volto consueto di un indiano, compagno della nostra giovinezza, adesso in pericolo, speriamo non sia vero, cerchiamo di salvarlo, non basta farlo entrare in un museo, restaurato. Ma sulla strada che porta a Populonia deve continuare a scrutare i nostri passi …

