Rigassificatore: considerazioni sul video del canale Geopop

Riguardo al rigassificatore pt.3 (formaldeide e divulgatori sbrigativi)

Ci troviamo nuovamente a parlare del rigassificatore dopo le recenti notizie sulle emissioni di formaldeide e dopo il video divulgativo del canale “Geopop”.
Cerchiamo di unire i due spunti.
Partiamo parlando del video di Andrea Moccia e del suo canale (di cui siamo follower della prima ora) che a noi risulta un buon tentativo di propaganda per la futura accettazione di una richiesta di proroga di permanenza. Dal nostro punto di vista tale video risulta parziale e squilibrato. Si descrive l’impianto in maniera totalmente avulsa dal contesto sia per quel che concerne l’aspetto sicurezza, sia per quanto riguarda la questione ambientale.

Iniziamo con l’aspetto sicurezza. Un divulgatore scientifico qualunque compreso Moccia sa che quando si realizza una qualsiasi opera il rischio zero non esiste. Gli edifici di nuova concezione, per fare un esempio semplice, mantengono comunque una probabilità di collasso a seguito di azioni esterne seppur in valore minore rispetto a quanto stabilito dalla legge, ma mai zero. Lo stesso dicasi per un qualsiasi impianto industriale, dal rigassificatore alla centrale nucleare. Le paure dei piombinesi sono legate all’aspetto territoriale-umano e non al mero funzionamento dell’impianto.

Sarebbe quindi gradito un video in cui si spiegano i relativi effetti a seguito dei possibili errori umani, oltre che le differenze sulle conseguenze fra un impianto in mare aperto (tipo Livorno) e uno in “pieno centro”.
Passiamo all’aspetto ambientale. Le recenti ammissioni sulle emissioni di formaldeide oltre i limiti consentiti dalla AIA (anche se non superiori ai limiti nazionali) sono più che preoccupanti; primo perché sono state divulgate dopo mesi dagli eventi, secondo perché risultano ampiamente tollerate dalla politica. La formaldeide è inserita dal ministero della salute tra i cancerogeni certi. Ci sovviene allora il dubbio su quale sia la necessità di realizzare lunghe autorizzazioni burocratiche se poi non si agisce per il rispetto delle prescrizioni previste al loro interno agendo con tempestività.

Ma soprattutto, se risulta veritiera la storia della differenza di emissioni nei quattro camini, perché non si è imposto fin da subito l’installazione del catalizzatore sperimentale anche sugli altri camini ma si è preferito aspettare mesi e l’autobenevolenza dell’azienda? Un esperimento sulla pelle delle persone. Nel video si preferisce parlare di cloro piuttosto che di formaldeide semplicemente perché l’argomento cloro era noto ai più mentre il secondo, prima della “bolla” di questi giorni, risultava quasi sconosciuto. La conferma del modo semplicistico di affrontare l’argomento e, ahinoi, dell’intento finale.

C’è infine l’aspetto politico. Quando si utilizzano procedure straordinarie per approvare un’opera temporanea emergenziale si dà per scontato che l’emergenza ci sia, e che alla fine della stessa tale opera sia rimossa per, al più, trovare una collocazione definitiva. In tal senso, citare solo la capacità di produrre 5 miliardi di metri cubi annui senza dire che in piena emergenza ne è stato prodotto solo 1, significa mistificare la realtà. Per non parlare della mancata citazione delle esportazioni che ogni anno facciamo verso gli altri paesi europei. E non si cita neppure l’aspetto occupazionale che vede un porto creato per lo sviluppo e per “dare lavoro” occupato in una finta emergenza, senza ricaduta economica sul territorio, bloccando di fatto la nostra transizione verso nuove forme di impresa. Ma non si può chiedere ad un divulgatore scientifico di fare politica.

Chiudiamo ricordando che quel video è dichiaratamente sponsorizzato da SNAM e acquisisce valore all’aumentare delle visualizzazioni. Ma se si danno informazioni parziali o si è lautamente compensati, il passo da “giornalista divulgatore” a “propagandista” è assai breve. E no, a Piombino non siamo diventati tutti capricciosi. Grazie per la morale!
Collettivo Popolare Piombinese