Le Segreterie Fiom e Uilm Livorno esprimono grande soddisfazione per la piena riuscita dell’iniziativa svolta con i candidati a Sindaco di Piombino, si è registrata un’importante partecipazione che denota l’attenzione sul tema dell’industria piombinese il cui dibattito ha avuto la capacità di entrare finalmente nel merito del memorandum Jsw siglato il primo Marzo al MiMit.
Tutte le preoccupazioni per la firma di quel protocollo espresse fino ad oggi dalla Fiom e Uilm, che avevano portato ad uno sciopero unitario con manifestazione a Roma, sono state confermate e tutti i candidati ritengono debbano essere recuperate nella stesura e sottoscrizione dei redigenti Accordi di Programma.
Tra questi:
-Nessun impegno della parte privata per la realizzazione dell’acciaieria elettrica, per la Gsi, per la Piombino Logistics.
-mancanza di tempi certi né sulla liberazione delle aree né sulle modalità in cui saranno liberate, con il rischio che tra smantellamenti, rimozione cumuli e bonifiche, trascorra un tempo indefinito con lo spauracchio di vedere sfumato un potenziale investimento della cordata Italo-Ucraina.
Senza uno straccio di piano industriale si è concesso un disimpegno e una de responsabilizzazione di Jindal sugli organici permettendogli di impegnarsi solamente su “almeno 400 lavoratori”.
Togliendo il vincolo di garantire la completa occupazione previsto nell’accordo di programma 2018 che resta tutt’ora l’unico accordo valido legalmente.
Sottoscrivere quel memorandum sotto dettatura di JSW sugli organici, senza forse rendersi conto del come sia possibile raddoppiare la capacità produttiva del treno rotaie, investire sul nuovo impianto della tempra per l’indurimento della testa della rotaia, fare un forno elettrico, con un numero così esiguo di lavoratori.
Com’è possibile che nessuno si sia domandato che cosa ne sarà dei 118 lavoratori della Piombino Logistics a cui scade la cassa integrazione in deroga a fine Settembre se il gruppo JSW confermerà di volere investire solo sul treno rotaie.
Com’è possibile che nessuno Governo ed istituzioni non si siano posti la domanda di cosa ne sarà dei 52 lavoratori della GSI la cui azienda prima dell’arrivo di Jindal aveva i conti in ordine mentre oggi produce solo perdite, e con le nostre tecnologie hanno costruito un impianto gemello in India.
Sappiamo bene che il Memorandum è un atto non vincolante, ma i firmatari forse non lo hanno spiegato chiaramente al gruppo JSW che, ancora prima di siglare un nuovo Accordo di Programma, considera i vincoli dell’Accordo firmato nel 2018 come il “passato” e già ragiona di un “presente” con 400 lavoratori.
Quella firma con quei numeri ha di fatto indebolito la prossima discussione del tavolo sull’occupazione, nel quale, per la Fiom e Uilm, si dovrà garantire la salvaguardia dell’intera occupazione che oggi conta 1536 dipendenti diretti.
Chi ha siglato l’accordo di programma JSW del 2018 dovrebbe occuparsi di pretenderne il rispetto dalla parte privata che invece sta contravvenendo all’articolo 8 che prevede di mantenere in funzione tutti gli impianti di laminazione, mentre ad oggi Jindal sta cannibalizzando l’impianto vergella e barre come un magazzino ricambi per il treno rotaie.
Ma Jsw dimostra scarso interesse anche dell’unico impianto italiano che produce rotaie, che stanno mettendo a rischio con le loro scellerate decisioni, atte solo a risparmiare per fare il massimo profitto a spese degli impianti.
Al treno rotaie infatti è prevista la ripartenza della laminazione dal 6 Maggio, ma già si vocifera che sarà una laminazione che durerà non più di un paio di settimane, con il rischio di nuovi stress termici al forno a riscaldo, dato che non hanno mai investito sull’ampliamento del magazzino rotaie che è già colmo e al collasso.
Sul tema della salvaguardia occupazionale, la Fiom e la Uilm Livorno hanno lanciato la proposta di costituire una società di scopo, ossia una Joint-venture mista pubblico-privata che deve avere lo scopo di:
-Riqualificare e bonificare le aree da restituire alla città;
-bonificare e mettere in sicurezza le aree che non saranno più utilizzate dal polo siderurgico da destinare ad altre nuove attività;
-Gestire le aree da destinare alla costruzione di infrastrutture stradali e ferroviarie da e verso il porto;
-Occuparsi di un’adeguata e concreta formazione e riqualificazione della totalità dei lavoratori che saranno progressivamente reinseriti nei processi lavorativi parallelamente all’attuazione degli investimenti produttivi.
Non è concepibile assegnare milioni di fondi pubblici al privato per bonificare le aree di sua proprietà e le aree in concessione, è decisamente più logico e sicuro che sia una società a partecipazione pubblica ad occuparsene.
Uno schema simile è già stato creato ed ha funzionato altrove e, se tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti faranno la loro parte, siamo convinti che potrebbe essere un progetto che potrebbe essere realizzato anche in altre realtà italiane per gestire i cambiamenti della Transizione Ecologica e la gestione e rilancio delle Aree di Crisi Complessa.
È evidente che vertenze così lunghe e complesse, per avere un esito positivo, richiedono uno sforzo ed attenzione massima sia dei soggetti privati che della parte pubblica.
I candidati a Sindaco di Piombino hanno detto che condividono la proposta della Fiom e Uilm Livorno, vedremo ai prossimi tavoli ministeriali se saranno conseguenti alle dichiarazioni fatte nel confronto pubblico.
Dallo scorso 7 Marzo, quando a Piombino è venuto il Ministro Urso, sulla vertenza Jsw, nonostante le promesse, non c’è stato più un confronto con il Ministero.
Riteniamo quindi non più rinviabile un incontro al Mimit di aggiornamento per capire a che punto siano i tavoli con Jsw e con Metinvest-Danieli, ai quali avevamo chiesto di partecipare come Organizzazioni Sindacali almeno da uditori.
Dal confronto si è capito che per il Polo Siderurgico Piombinese, composto da grandi aziende come la Tenaris, Liberty Magona, Jsw, così come per le imprese di appalto quali Comimp, Bertocci, la Fucina Italia e molte altre, avrebbe delle enorme potenzialità e che l’investimento della cordata Metinvest-Danieli, rappresenta il catalizzatore.
La produzione di acciaio con impianti green di ultima generazione, la laminazione di prodotti lunghi e piani, la posizione strategica su un porto come il nostro che dovrà essere accompagnato da infrastrutture adeguate, magari con condizioni competitive dal punto di vista energetico per chi investe, da chiedere come compensazione al posizionamento a Piombino del rigassificatore, ne farebbero un sito industriale di prim’ordine a livello europeo.
Senza dimenticare che già oggi, seppure in crisi, il Polo Siderurgico Piombinese occupa circa 2400 lavoratori ed immette con i loro stipendi circa 70 milioni di euro l’anno nell’economia del nostro Comprensorio.
Si può ragionare di diversificazione ma è un dato di fatto che il settore manifatturiero in generale e la grande industria in particolare, rappresentano ad oggi una delle attività capaci di restituire al territorio economia diffusa e dell’occupazione stabile e di qualità.
Sono molte le idee emerse nel dibattito, ma come abbiamo voluto citare: “Non si tratta solo di avere delle idee…si tratta di farle accadere”.
Fiom e Uilm sono pronte a fare la propria parte, vediamo chi avremo al nostro fianco.