La maggioranza respinge in consiglio comunale tre documenti

Immobilismo sul piano strutturale, disinteresse nei confronti di lavoratori e lavoratrici e fastidio per un ordine del giorno contro la violenza sulle donne.

Questo il resoconto della seduta del Consiglio Comunale del 12 febbraio scorso, dove i gruppi PD e Anna per Piombino hanno portato in discussione tre documenti: un’interrogazione sul piano strutturale intercomunale, una mozione per l’introduzione del salario minimo legale a 9 euro l’ora per tutti gli appalti pubblici e un ordine del giorno contro la violenza sulle donne bocciati dalla maggioranza.

Piano Strutturale Intercomunale:

Il Sindaco non ha saputo o non ha voluto rispondere alla nostra richiesta di chiarire gli inspiegabili ritardi nell’approvazione del piano strutturale, pronto già nel 2019 e ancora fermo al palo a danno di cittadini e aziende che attendono di conoscere le regole urbanistiche per investimenti o per migliorare le proprie abitazioni o aziende.

In realtà però la risposta, al di là di quella tecnica fornita ieri, si conosce perfettamente: la totale mancanza di una visione per il futuro di Piombino, unita all’approssimazione nel gestire un tema strategico come l’urbanistica che, in questi cinque anni, ha visto alternarsi vari assessori e dirigenti ma che, per responsabilità del Sindaco Ferrari, è rimasta ferma.

Il ridicolo si è toccato quando il Sindaco di Piombino ha chiesto a noi, in quanto iscritti al Partito Democratico, di rivolgerci per chiarimenti alla sindaca di Campiglia, mancando in un colpo solo di rispetto a una collega sindaca che da anni aspetta che Piombino faccia la sua parte sul piano strutturale condiviso e al consiglio comunale.

Il fastidio lo capiamo, però. 

La pianificazione di una città e di un territorio è difficile. Non bastano il patto per Piombino (a proposito che fine ha fatto?) o qualche ricorso al TAR per costruirla. Servono idee, competenze e serietà, caratteristiche non ci sembrano appartenere a questa amministrazione che, fortunatamente per Piombino, tra pochi mesi finirà. 

Salario Minimo Legale:

Bocciata dall’amministrazione comunale la mozione con cui si chiedeva di introdurre come condizione, nella stesura di tutti gli appalti comunali, una retribuzione minima di nove euro lordi per tutte le lavoratrici e i lavoratori impiegati. In linea con quanto il centrosinistra sta chiedendo al governo Meloni, anch’esso sordo a questa importante richiesta che viene, non dal PD, ma da migliaia di lavoratrici e lavoratori. 

Una proposta semplice che chiedeva di assumersi la responsabilità, come fatto dal comune di Livorno, di agire sui propri appalti – investendo più risorse -, per dire che la soglia minima di dignità delle lavoratrici e dei lavoratori che prestano la loro attività nella nostra città è nove euro lordi l’ora. 

Il comune di Livorno è stato il primo comune in Italia ad aver approvato una mozione di questo tipo, suscitando il favore dei sindacati e delle associazioni di categoria. Il nostro auspicio era che anche l’amministrazione piombinese seguisse questo esempio, invece ha preferito andare dietro alla Meloni dimostrando, qui come a Roma, disinteresse verso le fasce più deboli della popolazione e verso il problema del lavoro povero.

Ordine del giorno contro la violenza sulle donne: 

La nostra proposta mirava ad adottare nel Comune di Piombino la campagna contro la violenza sulle donne promossa dalla Regione Emilia Romagna “Se te lo dice è violenza”.

Un progetto articolato in manifesti e volantini in città per denunciare frasi violente che molte donne sono costrette a subire, spesso nel proprio ambito familiare. 

La Consigliera Di Falco, anche Presidente della Commissione Pari Opportunità ha criticato la proposta, infastidita perché i gruppi proponenti, non avevano coinvolto preventivamente la “sua” commissione. 

Come se la violenza sulle donne fosse un tema esclusivo della Commissione stessa.

Una posizione duramente contestata da tutti i gruppi consiliari di opposizione che hanno sottolineato e ricordato alla presidente e a tutta la maggioranza come gli atti di indirizzo politico debbano necessariamente passare dal Consiglio Comunale.

Non appaia come un fatto burocratico perchè la scelta della maggioranza e le parole della Presidente Di Falco dimostrano una preoccupante superficialità e una scarsa conoscenza del funzionamento degli organi istituzionali e la bocciatura di questo ordine del giorno è un atto grave che contrasta con la natura stessa del suo ruolo.

Gruppo consiliare PD

Gruppo consiliare Anna per Piombino