Testo di Gordiano Lupi, foto di Riccardo Marchionni.
Nasco nell’odore che il carbone diffonde per strade confuse, tra sentori di mare, salmastre tamerici e pitosfori piegati al vento, come i pini marittimi ricurvi sotto il peso delle bufere di ponente. Nasco nello specchio d’un altoforno impossibile da dimenticare. In quello specchio Piombino – come antico castello medievale – si stringe al suo passato tremando per il futuro. E io vivo quel tempo e quelle strade come un lontano fanciullo che percorre strade di operai, sorridendo a un futuro impossibile da decifrare. Ricordo me giovinetto, adolescente che non comprende il suo tempo, uomo che non capirà il futuro, destino che tinge l’ombra sui vecchi muri, trascolorando in un tramonto irreale fatto di polvere d’acciaio.
26 dicembre 2023, rileggendo O me giovinetto di Pier Paolo Pasolini