Comunicato stampa.
Apprendiamo, non senza una certa meraviglia, che sulla crisi industriale di JSW la maggioranza di centro destra che sostiene il Sindaco Ferrari, dopo 4 anni di mutismo politico sul tema, ha una sua posizione, peraltro concorde con quella del consigliere regionale Pd Gianni Anselmi. Indubbiamente si tratta di una buona notizia e l’auspicio è un impegno comune e costante sul tema, pressando Governo e Regione per raggiungere una soluzione che, negli ultimi anni, solo i sindacati, con grande ostinazione, hanno cercato. L’idea di fondo è più che convincente, deve essere perseguita con forza, ma inutile nascondersi le difficoltà nel realizzarla. Ricercare un altro soggetto industriale, non necessariamente in antagonismo con JSW e meglio se nazionale per produrre laminati piani, la costruzione del forno elettrico nelle aree lontane dalla città con contestuale spostamento del treno rotaie, la localizzazione nelle aree restanti ed inutilizzate di altre imprese sono impegni tanto ambiziosi e giusti, quanto rischiosi nel caso in cui non si realizzassero. Piombino non potrebbe permettersi di vivere altri anni solo di ammortizzatori sociali, è una questione di dignità e di giustizia, deve invece avere una ambizione ad un futuro fatto di lavoro e sviluppo. Allora accanto a questi obiettivi quindi, occorre lavorare per insediare nuove imprese nelle aree pubbliche non utilizzate dalla siderurgia, considerando l’attrattività di un porto, unico in Italia, coi fondali a meno venti metri e raccordato alla rete ferroviaria nazionale con quella dello stabilimento. Ce n’erano almeno quattro fortemente interessate quando ero assessore, convocate in Regione dall’allora Presidente Rossi, e che portavano, mal contati, 600 nuovi occupati. Imprese che si collocavano in altri settori industriali, a basso impatto ambientale e forte innovatività. Ci sono poi sul Pnrr e sui fondi europei risorse importanti per la produzione dell’idrogeno con tutta la filiera che ne consegue, persino per una siderurgia pulita, come pure per la produzione di pannelli fotovoltaici e noi abbiamo aree che potrebbero essere utilizzate. Come pure, grazie alla nostra posizione, potremmo concretamente creare una piattaforma nazionale della logistica, puntando anche ad essere zona doganale, cioè area dove stoccare merci e spedirle senza pagare dazi. Se abbiamo questa ambizione possiamo affiancare ad una siderurgia moderna ed ambientalmentecompatibile uno sviluppo industriale legato all’innovazione che rilancerebbe davvero Piombino. Una Piombino senza più industria infatti diventerebbe più povera, con una bassa occupazione e poco qualificata. Sarebbe una cittadina da 15 mila abitanti, con un ospedale ridotto forse solo ad un grande pronto soccorso senza alcuna specialistica, con pochi sportelli postali, meno banche, meno supermercati ed attività commerciali ed artigianali e occupazione meno qualificata. Un’industria moderna è invece più che compatibile con il turismo che comunque, in ogni caso, dobbiamo ulteriormente e fortemente sviluppare.
STEFANO FERRINI