Claudio Mazzi è un artista che ha scelto di comunicare attraverso l’aerografo, lo strumento che gli permette di dare corpo al concetto di bellezza e di armonia, elementi semplici ed immediati che si riflettono in ogni
lavoro del Maestro. Il suo linguaggio è l’iperrealismo, che applica principalmente su oggetti da collezione.
Con grande piacere lo abbiamo intervistato.
Da quando hai iniziato a occuparti di aerografia e quale percorso formativo hai fatto?
“Da sempre! Sono diventato aerografista in un modo abbastanza banale: ho studiato grafica pubblicitaria negli anni ’80 ma non ho mai visto un aerografo in 5 anni di scuola e non ne ho nemmeno sentito parlare; il primo giorno che sono entrato in uno studio pubblicitario come apprendista ho visto un artista usare questo “attrezzo” su di una illustrazione pubblicitaria e…. è stato un colpo di fulmine. Dopo 6 mesi non ero più un grafico pubblicitario ma un aerografista, o meglio, uno dei primi custom painter in Italia.
Prima di frequentare l’istituto d’arte non avevo mai avuto una vera e propria formazione artistica, vengo da una famiglia contadina che ben poco ha aveva a che fare con qualsiasi forma d’arte; ho capito l’intensità della mia passione visitando, poco più che bambino, una mostra di disegni di Leonardo da Vinci a Firenze. In questa occasione ho capito quanta grazia ed armonia può dare al mondo un disegno se visto nel giusto contesto e con lo spirito giusto.
E’ stata dura far conoscere al pubblico questa attività “alternativa”, ma essere un pioniere della decorazione ad aerografo mi ha permesso di plasmare a mio piacere il concetto di “personalizzazione” e di indirizzarlo verso nicchie di pubblico completamente nuove per questo contesto, soprattutto nell’ambito della miniatura applicata al collezionismo”.
Tutto il mondo ti conosce come l’artista degli accendini Zippo. Come hai iniziato a lavorare su questa
superficie? È stata una coincidenza o fumi?
“Mai fumato! Ho iniziato come il classico aerografista custom painter, dipingendo moto, caschi, vans, poi ho iniziato a fare di tutto e in tutte le direzioni: ho dipinto enormi pareti, lavorato per aziende quali Malaguti (su ben 5000 scooters), Maserati, Ducati motors; ho realizzato migliaia di dipinti su tutti i supporti fino a quando ho cominciato a godere della sfida della miniatura ad aerografo. Le prime microillustrazioni non sono state realizzate sugli accendini per i quali sono conosciuto ora, ma su biciclette Colnago/Ferrari prodotte dall’omonima casa e su armi da collezione beretta e Perazzi.
Stavo dipingendo piccoli lucchetti per scoter nel 1996 quando ho esposto i mei lavori al Motorshow di Bologna, un importante evento nazionale dedicato ai motori nel quale la Zippo aveva uno spazio espositivo. Ho trovato molte similitudini tra i lucchetti che stavo dipingendo e la forma degli accendini Zippo, quindi ho mostrato ad un responsabile il mio lavoro; il presidente della Zippo Italia ha deciso di provare a collaborare e dopo i test su di un primo, semplicissimo prototipo sono nati i primi disegni per il catalogo Zippo italiano. 4 anni dopo sono stato invitato dalla Zippo manufacturing company a Bradford, in Pennsilvanya ad un evento mondiale per collezionisti e questa mostra ha contribuito pesantemente a far conoscere il mio lavoro su Zippo fuori dai confini nazionali: prima in Germania, poi in Giappone e oggi, dopo 25 anni dal primo Zippo by Mazzi, in tutto il mondo. Fino al 2007 ho lavorato per la Zippo che si occupava della distribuzione nei vari paesi ma quando il fenomeno della del collezionismo Zippo by Mazzi ha assunto dimensioni difficili da gestire ho preso in mano personalmente la distribuzione e l’ho gestita riunendo i collezionisti in club”.
Oltre agli accendini su quali altri oggetti lavori?
“Le eccezioni sono sempre più rare, il lavoro su Zippo assorbe la gran parte del mio tempo, ma ho vissuto esperienze indimenticabili lavorando in Arabia Saudita. Qui ho clienti che mi chiedono articoli tra i più disparati: per loro ho dipinto e dipingo penne stilografiche, coltelli da collezione, accendini Cartier, piccole sculture ed altri articoli di arredamento. In questi casi mi vengono spesso richiesti dipinti con tematiche “arabeggianti”: la falconeria praticata nel deserto, i famosi cavalli arabi, Mecca e Medina, incorniciati da intricati motivi grafici caratteristici di questa cultura. Le penne, in particolare, sono fra gli articoli che più ho dipinto in miniatura; ho aerografato per 18 anni per la Visconti, che produce meravigliose penne da collezione; ho realizzato alcuni di questi lavori per re e capi di stato, da Carlo d’Inghilterra a Filippo di Belgio, dal re d’Arabia alla famiglia reale olandese ed a numerosi altri presidenti e principi. Oggi aldilà degli accendini lavoro prevalentemente su penne. Dopo avere collaborato per 20 anni con Visconti di Firenze oggi ho il piacere e l’onore di lanciare sul mercato la mia penna, la “Mazzi pen” creata da Dante del Vecchio, fondatore della Visconti. Questa stilografica di grandi dimensioni è stata concepita per essere dipinta, non presenta quindi interruzioni tra fusto e cappuccio e la chiusura magnetica permette al dipinto di ricollegarsi rapidamente una volta rimesso il cappuccio”.
L’interesse per gli oggetti che decori è soltanto lavorativo?
Io non ho quello che amo definire “il gene del collezionismo”, il mio interesse è diverso: lavorando da 27 anni per Zippo conosco e mi appassiona ogni dettaglio della storia e dei prodotti di questa azienda ma conservo solo gli articoli che per me hanno un particolare significato, un ricordo, una storia. Lavorando in un ambito artistico sono affascinato dall’estetica di numerose penne e di altri oggetti che decoro abitualmente, mentre non ha mai amato le moto sulle quali ho dipinto nei primi anni della mia attività, quando ero pittore ufficiale Ducati: troppo “tecniche”. Ma la linea di una penna, la ricercatezza dei materiali di un coltello da collezione non possono lasciarmi indifferente.
Come vengono realizzati gli accendini? Ci sono produzioni di pezzi unici e piccole serie o vengono dipinte
grandi collezioni? Ci sono serie di accendini che vengono stampate con i tuoi dipinti?
Ci sono diverse categorie nelle mie realizzazioni su accendini: i più prestigiosi e ricercati sono sicuramente i pezzi unici che oggi vengono assegnati prevalentemente tramite aste. Vi sono poi le serie limitate, ovviamente più la serie è limitata e più viene ricercata; oggi cerco di non superare i 50 pezzi per serie ma a volte devo superare questo numero per accontentare fasce più ampie di collezionisti.
Le serie aperte sono anch’esse numerate ma contano un numero indefinito di pezzi; vengono riservate prevalentemente alle iscrizioni al fan club e la produzione di questi soggetti si esaurisce l’ultimo giorno dell’anno in corso.
Infine ci sono gli Zippo by Mazzi stampati: per questi lavori il disegno originale è realizzato su pannelli in forex di circa 10cm x 16cm; questa dimensione mi permette di lavorare agevolmente sui dettagli rispetto ai dipinti su accendino che sono contenuti in 3,5 x 5,5 cm. Questi pannelli dipinti sono, a loro volta, molto ricercati nel mondo del collezionismo in quanto sono a tutti gli effetti pezzi unici e ne vengono creati pochissimi ogni anno.
L’immagine dipinta viene poi inviata via mail a Bradford, presso la Zippo manufacturing company che provvede a stamparla sugli accendini e a distribuirla. Esistono 2 diverse linee di prodotti: la grande produzione viene distribuita da Zippo nelle tabaccherie di tutto il mondo in decine di migliaia di pezzi ogni anno; questi articoli possono essere collezionabili ma sono anche oggetti di uso comune; alcune serie più limitate vengono invece distribuite direttamente da me ai collectors club Zippo by Mazzi. Ovviamente quest’ultima categoria di Zippo ha un valore collezionabile molto più alto rispetto alla precedente.
Quanti Zippo hai dipinto?
Risalire al numero esatto è veramente difficile, ma ho cercato di fare un calcolo approssimativo.Il risultato
vede un numero spaventosamente alto; in 27 anni ho dipinto circa 23.000 accendini. Nei primi anni il
numero di pezzi dipinti è stato particolarmente alto in quanto ho aerografato prevalentemente soggetti
molto semplici come figure in controluce. Vi sono due speciali pezzi unici che celebrano le pietre miliari del
10 millesimo e 20 millesimo Zippo by Mazzi. Nel 2021 ho celebrato contemporaneamente il 25-esimo anniversario dello Zippo by Mazzi e il 20-esimo anniversario del fan club internazionale. Sono grandi traguardi per la mia avventura professionale.
L’oggetto che non sia una penna che ti ha emozionato di più nel realizzarlo?
Vi sono due distinti momenti molto intensi nel mio lavoro dal punto di vista emozionale: quello della creazione e quello della presentazione al pubblico. Posso raccontare dell’esperienza quasi mistica del dipinto realizzato sulla penna di un’aquila reale con la quale ho condiviso un breve periodo, o del dipinto del poster del film “balla coi lupi” realizzato su di un accendino con l’autorizzazione e la supervisione di Renato Casaro l’autore del soggetto originale ed il mio mito di sempre nel mondo dell’illustrazione.
Presentare ai miei collezionisti alcuni dei miei accendini personalizzati è stato ben più che emozionante: a volte ho condiviso con loro lacrime di commozione!
Da cosa prendi ispirazione?
Da ciò che è “bello”, da ciò che infonde serenità alla mia vita. Vedo la bellezza nella figura femminile, in particolare in mia moglie che ho già dipinto decine di volte. La vedo nella natura che circonda la mia casa/studio sull’Appennino Emiliano, la vedo nell’armonia del mondo animale: dipingere wildlife art è il
ogno segreto della mia vita di artista. Non amo particolarmente i soggetti “macabri”, il mondo ha bisogno
di bellezza, io ne ho bisogno!
Quali sono le maggiori difficoltà nel realizzare i tuoi oggetti e qual’è stato l’oggetto più difficile che hai
realizzato?
Le maggiori difficoltà sono date certamente dalle dimensioni: essere miniaturista significa spesso cercare il dettaglio realistico nello spazio di un millimetro. L’aerografo poi pone ulteriori ostacoli: il colore vien
ruzzato quindi lo strumento non tocca la superficie su cui si dipinge; occorre quindi “mirare” il punto sul quale si disegna. La miniatura realizzata in questo modo diventa più complicata rispetto all’utilizzo di altri strumenti per il disegno, ma più morbida e realistica. La penna poi presenta molte altre difficoltà date dalla curvatura della superficie; ma più che nell’oggetto le difficoltà si riscontrano nel soggetto: il ritratto è una delle scelte più complicate per una miniatura, basta spruzzare una luce o un’ombra spostata di mezzo millimetro e un ritratto può perdere completamente la somiglianza. In alcuni casi ho dipinto numerosi ritratti in un unico oggetto e questa è forse la sfida più impegnativa.
Oltre al lavoro, coltivi anche altre passioni e se sì quali?
Come si può intuire il tempo libero è molto limitato, cerco di legare le passioni al mio lavoro: mi piace
fotografare ma lo faccio prevalentemente per raccogliere immagini di riferimento per i miei dipinti. Adoro
viaggiare, mi serve per ricaricare le batterie e conoscere il vero volto del mondo… per poi dipingerlo! Per
tutto il resto ci sono mia moglie, la mia casa nel bosco ed il mio aerografo.
Come pensi che si evolverà il tuo lavoro nel mondo moderno sempre più digitalizzato?
Siamo in un mondo digitalizzato già da diversi anni e per questo non posso che ringraziare! La rete ed i social in particolare contribuiscono in modo rapido ed efficace alla diffusione del mio lavoro e del lavor degli artisti in generale. Certo bisogna adeguarsi ai tempi, essere presenti in rete e produrre frequenti novità, tenere il ritmo, ma di certo il mio lavoro non avrebbe la stessa diffusione con il vecchio “passaparola”. Se la domanda si riferiva invece alla stampa digitale come sostituto del fatto a mano, non c’è storia: ci sarà sempre chi ambisce all’artigianato artistico, al tocco dell’uomo, chi apprezza lo sforzo e l’abilità dell’artista per piacere o per investimento. Anzi, il bombardamento di piatta digitalizzazione al quale siamo sottoposti aumenta maggiormente il contrasto con il caldo tocco dell’uomo e fa crescere il desiderio di esclusività, di arte.
A distanza di anni, cosa provi nel rivedere i lavori svolti negli anni passati?
Un pizzico di nostalgia, ma soprattutto… un certo imbarazzo. Si tratta prevalentemente di lavori realizzati con poca esperienza, sottopagati, tecnicamente poveri. Ma a quanto pare sono anche i più ambiti dai collezionisti. Vedo a volte quotazioni sui primi lavori che non avrei mai immaginato e che non rispecchiano
certo la qualità artistica del dipinto. Guardare i miei primi lavori è una delle poche cose che… mi rende felice di essere invecchiato!!






