In queste ore stanno arrivando centinaia di giganteschi tubi per l’allaccio alla rete nazionale del gas. Di
seguito alcune riflessioni fatte da cittadini preoccupati che da tempo si sono messi a leggere, studiare,
cercare di capire qualcosa di questa complessa vicenda inerente il rigassificatore, animati da un unico
obiettivo: fermare l’arrivo di quella nave.
Un aspetto positivo in questo dramma è, ed è stato, il desiderio di comprendere alcuni aspetti procedurali,
tecnici, processuali ed è proprio su questi ultimi che in questo momento si sta sviluppando un
interessamento da parte di tanta gente, che ha capito come l’ordinamento preveda la possibilità di
difendersi, impugnando atti ritenuti lesivi di interessi al Tribunale amministrativo e successivamente, in
appello, al Consiglio di Stato. La norma sul processo offre la possibilità di adire procedure d’urgenza per un
immediato o comunque veloce giudizio, che potrebbe consentire di sospendere l’esecuzione e gli effetti
dell’atto rilasciato e nel caso del rigassificatore di bloccare l’arrivo di quelle centinaia di tubi, in attesa del
giudizio di merito.
Intendiamo spiegare perché a noi sembrerebbe opportuno ricorrere proprio a questa richiesta di
sospensiva: – depositare un ricorso senza l’istanza di cautela, potrebbe ingenerare nel Tribunale la
convinzione che il pericolo paventato o i motivi di sicurezza per l’ambiente e la salute dei cittadini, non
siano poi così fondati, se si è disposti a tollerarli per una scadenza non breve;
– la controparte, quando il Tribunale, fra qualche anno, dovesse entrare nel merito del ricorso, potrebbe portare argomenti a suo favore, quali quelli di dimostrare che ingenti somme pubbliche per le opere, ormai,
siano state spese e che in tutto questo periodo, come ci auguriamo, non siano successi incidenti rilevanti;
-vari Enti, nel frattempo, potrebbero aver beneficato o ricevuto promesse di compensazioni.
Quindi, perché dopo tutto questo tempo annullare un atto? Tempo trascorso, compensazioni, lavori
eseguiti giocherebbero a favore della Snam e le compensazioni in primis rappresenterebbero una sorta di
acquiescenza, non certo utile per il ricorso di merito.
Ci siamo domandati: l’istanza di sospensiva potrebbe essere accolta? Ovviamente non possiamo dirlo, ma
certo se si indicassero le circa 100 prescrizioni, alcune delle quali quasi impossibili da ottemperare,
l’insufficiente analisi sui rischi di incidenti rilevanti, la presenza di zona di letalità nella quale sono possibili
incidenti appunto letali in una parte delle banchine, la banchina nord dove la Capitaneria è chiamata ad
assicurare (ci chiediamo come) la continuità con i traffici portuali, le prescrizioni sull’ambiente marino e
sulle emissioni in atmosfera che rimandano ad altre prescrizioni o pratiche operative o impiantistiche da
modellare continuamente su superamenti di limiti lasciati di fatto alla discrezionalità. Insomma, se si
indicasse tutto questo, forse qualche possibilità di successo potremmo averla…
Inoltre riteniamo che un giudizio negativo, in sede cautelare, non possa influenzare il merito. Se così fosse,
nessuno vorrebbe ricorrervi, eppure i tribunali sono pieni di queste procedure: in prima istanza potrebbero
essere esaminati solo alcuni aspetti, lasciando l’approfondimento degli altri alla fase successiva,
formandosi la sentenza di merito in un quadro più ampio.
Pur nella consapevolezza che la Società proponente viene beneficiata dalla ormai frase celebre o
convinzioni della “ sicurezza energetica nazionale”, tutta da dimostrare dal momento che ad oggi le scorte
energetiche italiane sono arrivate al 95.5%, per noi varrebbe la pena provare il percorso della richiesta di
sospensiva. E comunque, dopo il primo grado, si potrebbe adire al Consiglio di Stato.
Il Comitato Salute Pubblica, La Piazza Val di Cornia, il Comitato Liberi insieme per la Salute

