Di Michele Canneri erborista, fitopreparatore, tecnico erborista, perfezionamento in fitoterapia degli oli essenziali.
Guardati attorno, più precisamente guarda verso la tua fruttiera. Anche se non siamo ancora in piena stagionalità può darsi che tu abbia già acquistato dei mandarini o delle arance. Non ne hai? Allora cerca in frigorifero un limone, va bene ugualmente.
A questo punto accendi una candela e preleva dal tuo agrume una porzione di buccia; avvicinala alla fiamma (attenzione a non bruciarti) e inizia a strizzarla su di essa: magia! Lampi, lampi e lampi (non aspettarti che piova però) e tutto attorno l’aria diventa profumata. A pensarci bene però un modo per avere la pioggia ci sarebbe ma non hai bisogno della candela (pensa che buffo, con la candela hai i lampi senza pioggia, senza candela hai la pioggia senza lampi): mettiti sotto ad un lampadario sempre con la tua buccia in mano e tenendola in controluce spremila.
Vedrai fini goccioline cadere verso il pavimento ed un intenso profumo spandersi nell’aria. Sei un’amante della bella stagione, per cui non vuoi né lampi né pioggia. Allora vai davanti ad uno specchio e avvicina ad esso la buccia del tuo agrume; spremi !! Sì lo so lo specchio adesso è pieno di spruzzi (profumati) ma è il prezzo da pagare per avere il sole. Mia nonna mi diceva sempre: il gioco è bello quando dura poco perciò cerchiamo adesso di farci un po’ più seri e capire i giochi che abbiamo fatto.
Osservando controluce la buccia di un limone, di un mandarino, di un’arancia o di un bergamotto (frutti appartenenti al genere Citrus) è possibile vedere, anche ad occhio nudo, numerosi punti lucidi, tante piccole cellette a forma di otricello. Sono le cosiddette sacche (o tasche, o borse) lisigene presenti nel parenchima sotto epidermico della buccia. All’interno di esse vi è un liquido di consistenza oleosa, un complesso miscuglio aromatico di numerose sostanze organiche che chiamiamo ESSENZA .
Giocando con la nostra buccia di agrume ne abbiamo scoperto già le principali caratteristiche:
1) è dotata di aroma (lo hai percepito grazie ai lampi, alla pioggia e agli spruzzi, ricordi?);
2) è volatile (il suo aroma si diffonde nell’aria);
3) è oleosa (toccala sullo specchio e ne sentirai la sua consistenza).
La funzione dell’essenza nella fisiologia delle piante rimane per certi versi ancora oscura ma vi sono in proposito numerosissime ipotesi. Secondo alcuni rappresenta un prodotto di rifiuto del metabolismo vegetale; per altri i composti odorosi disperdendosi nell’aria avrebbero la funzione di attirare gli insetti pronubi favorendo così l’impollinazione incrociata fra le specie. Per altri ancora svolgerebbe un ruolo principalmente nutritivo come è dimostrato dal fatto che ponendo delle piante aromatiche al buio queste perdono completamente i loro principi odorosi che sarebbero impiegati in sostituzione dei metaboliti normalmente sintetizzati nel corso della fotosintesi clorofilliana. Infine c’e chi pensa che avrebbe una funzione di difesa servendo a respingere attacchi da parte di insetti fitofagi per i quali risulta repellente.
Le essenze sono presenti, sebbene in quantità molto diverse, in quasi tutte le piante ma convenzionalmente la pianta essenziera o aromatica è quella che contiene sostanze odorose estraibili nella quantità percentuale da 0,01% al 20% riferita al peso della pianta fresca. Giocando con le nostre bucce abbiamo trovato l’essenza nel frutto ma in altri vegetali possiamo trovarla localizzata nei fiori (Lavanda ad esempio), nelle foglie (Menta e Salvia ad esempio), nella corteccia (ad esempio la Cannella),nel legno del tronco (ad esempio il Sandalo, il Cedro americano), addirittura nelle radici (l’Iris e la Genziana ad esempio). Può accadere anche che nella stessa pianta troviamo essenze tra loro differenti (per una diversa concentrazione di un loro comune costituente o per la presenza di composti chimici differenti) in parti diverse della pianta stessa; è il caso per esempio dell’Arancio amaro: troviamo essenza nella buccia del frutto, nelle foglie, nei fiori.
Ma quindi avremmo potuto prendere pure della corteccia di Cannella o delle foglie di Arancio per fare i nostri giochi? Beh purtroppo no perché quella che noi abbiamo fatto, cioè una estrazione per spremitura, è possibile soltanto per quelle parti di pianta in cui l’essenza è contenuta in cellule superficiali e in grande quantità come per l’appunto i frutti del genere Citrus ( limone, mandarino, arancio amaro, arancio dolce, bergamotto). Per estrarre l’essenza da altre parti di pianta la tecnica più utilizzata è la distillazione in corrente di vapore ma di questo ed altro parleremo nel prossimo articolo