Il tema della storia del ferro e dell’acciaio a Piombino merita un presidio museale
che possa dare l’opportunità alle nuove generazioni di riscoprire il passato
guardando al futuro, un patrimonio industriale che si coniuga con natura arte e
cultura.
Sembra confermato che JSW si concentrerà solo sulla produzione di rotaie
ferroviarie e il nuovo soggetto industriale si insedierà nelle aree lasciate da JSW
demolendo gli impianti vergella e barre abbandonati dagli indiani.
Salvare lo scheletro dell’Afo4, oltre i costi vertiginosi, avrebbe pregiudicato aree retro portuali
preziose per lo sviluppo di nuova impresa, mentre domani si potrebbe pensare di
mettere in sicurezza le gabbie di laminazione del TMP e magari parti del TVE per
destinarle a presidio storico. Sempre che l’iter descritto da quello che si può
intendere dalla stesura dei memorandum, potrà avere un futuro concreto.
La progettazione e la realizzazione di un parco verde, contenente un ambito museale
dedicato alla storia del ferro, dovrebbero essere contenuti nei futuri Accordi di
Programma. Quell’area così vasta da ripensare, il Sin, non può fare parte di
un’azione meramente ragionieristica a tutela dei privati, altresì dovrebbe guardare
al futuro di una comunità, questo è il compito della parte pubblica: Stato, Regione e
Comune di Piombino.
Se non lo facciamo oggi, difficilmente vedremo proiettato in avanti qualsiasi sogno di uno nuovo sviluppo economico e industriale a Piombino che possa armonizzarsi con una città ritrovata, restituita ai piombinesi con tutta la sua dignità e il suo potenziale.
Cristiano Sabini Azione
Riccardo Gelichi Ascolta Piombino